Il mese di febbraio è per eccellenza il mese degli innamorati.
A coronare questo evento è proprio il 14 febbraio, giorno di San Valentino.
L’idea che abbiamo dell'Amore riflette esattamente chi siamo, i nostri desideri, i nostri valori, le nostre aspettative e il nostro modo di vivere le relazioni.
Va da sé che il nostro concetto di amore si porti dietro tutta la nostra storia, il nostro vissuto e le nostre esperienze.
Se ne parla ovunque, ne parlano tutti, lo si studia, si indaga incessantemente su cosa sia, cosa lo scateni, eppure per dirla con le parole di Teresa Cinque che sull’amore, le relazioni e il sesso ha scritto un piccolo e prezioso manuale edito Longanesi, non se ne dovrebbe parlare ma si dovrebbe solo praticare:
“L’amore è come il sesso, non se ne parla, si fa.
Cioè si pratica. L’amore è una pratica, non è una teoria.”
Talvolta succede però che l’amore si pratica male.
E’ l’amore che inquina, avvelena.
L’amore tossico.
Non sempre gli amori tossici sono vissuti come inquinanti, avvilenti e demolitori del proprio io, inteso ”alla giuridica” come persona fisica.
“Quando Igor aveva iniziato a picchiarmi non mi ero stupita. Avevo accettato questa deriva della nostra relazione come fosse normale. Come fosse parte, appunto, della relazione, tanto quanto le gite sull’Etna o le serate al cinema.”
(citazione tratta da “Marabbecca” di Viola Di Grado edito da La Nave di Teseo)
Gli amori tossici nascono per necessità, forse per liberarsi da un peso che costringe l’anima sotto il giogo violento del proprio aguzzino, il quale, oltre all’anima, si prende pure il corpo. Si prende tutto. Assomiglia alla Marabbecca, la leggendaria creatura siciliana, signora dei pozzi, del buio e del vuoto in cui si può sprofondare.
Chi subisce nella coppia il potere beffardo, spesso violento e abusante dell’altro, pensa di meritarselo tutto quel male.
Perchè divorato dai sensi di colpa che scandiscono il tempo della sua vita? Forse.
Il partner (nella stragrande maggioranza appartenente al genere femminile), anello fragile della relazione sentimentale patologica, non usma il pericolo e, se lo intravede, si lascia mettere il guinzaglio in ogni caso, si lascia disfare e sopraffare dall’amante narcisista. Attraversa il dolore con lividi e ferite senza reagire, senza fiatare.
In piena solitudine e abbandono.
Per questo motivo, oltre al prezioso lavoro svolto da curatori e tutori della psiche, lo sguardo amorevole del Legislatore verso questi “abusati” non può che essere percepito come benefico o addirittura salvifico.
L'evoluzione della normativa italiana in materia di violenza sulle donne trae la propria fonte dalla ratifica della Convenzione di Instanbul avvenuta il 19 giugno 2013.
Ricordiamo in primis la L. 69/2019 (c.d. Codice Rosso) che ha inserito modifiche al sistema codicistico penale e di procedura penale, oltre ad aver introdotto nuovi reati, tra i quali il delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate (cd. revenge porn); il reato di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso; il reato di costrizione o induzione al matrimonio e la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.
In relazione alla violenza sessuale, inoltre, è stato esteso il termine concesso alla persona offesa per sporgere querela dai sei mesi a dodici mesi.
Il perpetrarsi dei femminicidi nel nostro Paese ha comportato la necessità di rendere ancora più efficace la normativa in tema di violenza di genere. La legge n. 168 del 24 novembre 2023 – approvata con la massima urgenza e all'unanimità a seguito dei fatti di cronaca (vedasi il caso di Giulia Cecchettin) - ha incentrato l'intervento sul piano della prevenzione, intervenendo, in particolare, sui cosiddetti “reati spia”, ossia una serie di reati che avvengono nel contesto delle relazioni familiari ed affettive, che possono poi degenerare in fatti più gravi. Si pensi ai reati di percosse, lesione personale, minaccia grave, atti persecutori, violazione di domicilio.
Un dato però deve essere tenuto presente: il femminicidio nasce da un fattore socio-culturale radicato nella nostra società - che è quello di considerare la donna come essere inferiore all’uomo e, quindi, da controllare, abusare e soggiogare - e che deve essere assolutamente sradicato. Ciò comporta la necessità di adottare misure sempre più efficaci di contrasto al dilagare di tale fenomeno, puntando sul piano educativo dei giovani in tema di affettività e rispetto dell'altro, sul rafforzamento sul territorio delle strutture associative antiviolenza (destinando maggiori fondi), sui progetti di lavoro per le vittime e sullo sviluppo di una rete psicologica di assistenza e supporto.
Save The Children - Ricerca “Le ragazze stanno bene?” - (indagine sulla violenza di genere in adolescenza, in collaborazione con IPSOS)
A cura di Stefania Barile e Cristina Savino